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Borsite della zampa d’oca

Domanda:

Che tipo di percorso fisioterapico è consigliato per chi soffre di borsite della zampa d'oca?

Risposta:

Molti lettori di questo articolo si ritroveranno di sicuro nella descrizione dell’infiammazione di una parte importante del ginocchio di cui si parla oggi. Si tratta, infatti, di un’infiammazione molto comune fra gli sportivi, soprattutto amatoriali, che praticano attività quali la corsa, la bici o anche lo step in palestra, ed è più frequente nelle donne che negli uomini. È presente come patologia del ginocchio anche nelle persone anziane come conseguenza dell’artrosi degli arti. Il nome con cui è nota è piuttosto singolare: borsite o tendinite della zampa d’oca.

La ragione di tale nome nasce dall’anatomia e dalla forma della parte del corpo interessata, e più precisamente si parla dei tendini in comune a tre muscoli differenti, rispettivamente il gracile, il sartorio e il semitendinoso. Questi muscoli, alloggiati nella coscia, permettono la flessione del ginocchio e anche la rotazione esterna della coscia. I tendini terminali di questi muscoli si inseriscono nella parte interna della tibia, subito sotto il ginocchio, assumendo proprio un aspetto “palmato” simile alla zampa di un’oca.

La borsite della zampa d’oca è meno comunemente chiamata anche borsite anserina ed è una patologia che quasi sempre costringe chi ne soffre a sospendere ogni attività sportiva a causa del fastidioso dolore che, nei casi più acuti, sussiste anche a riposo e di notte, impedendo il sonno.

Borsite della zampa d’oca

Borsite della zampa d’oca

L’infiammazione in questione colpisce la borsa sierosa che ha il compito di attutire gli attriti e che è collocata fra i tendini della zampa d’oca e l’osso sottostante. Il meccanismo che la produce è prevalentemente meccanico, legato quindi alla frizione, per quanto non si esclude che, per contiguità, un’infiammazione profonda possa coinvolgere anche la borsa sovrastante.

Questa è in genere provocata da una mancanza di elasticità dei muscoli sartorio, gracile e semitendinoso, che si traduce in un’eccessiva tensione del loro tendine comune. Come conseguenza diretta, esso sviluppa un’importante frizione contro le strutture sottostanti (il legamento collaterale mediale), infiammando la borsa sierosa interposta.

Come si è accennava all’inizio, tale problema è annoverabile fra le patologie da sovraccarico, ed è questo il motivo per cui ne soffre moltissimo chi inizia uno sport senza un adeguato allenamento pregresso, provenendo ad esempio da un lungo periodo di inattività e vita sedentaria, ancor peggio se si è in sovrappeso. Le continue sollecitazioni durante alcune pratiche sportive, infatti, determinano dei microtraumi ripetuti nel tempo, che portano a lungo andare alla borsite, inducendo un forte dolore/bruciore nella porzione antero-interna della tibia (punto di inserzione dei tendinisotto il ginocchio e che costringe al riposo totale, in quanto diventa doloroso anche il solo camminare, scendere/salire le scale ecc.

La diagnosi per accertare l’infiammazione è esclusivamente clinica, poi ovviamente a conferma di un preciso sospetto clinico, lo specialista può richiedere un’ecografia, che dimostrerà le caratteristiche lesioni bursali (versamento, edema). A questo punto, la domanda sorge spontanea: è possibile curarsi? Certamente sì! Come si è visto, il primo passo è il riposo assoluto; dopodiché è bene applicare più volte al giorno il ghiaccio per 10/15’ sulla parte interessata assieme anche a pomate/gel antinfiammatori; un tutore di ginocchio in estensione può essere in alcuni casi utile per mantenere l’articolazione a riposo; a seguito di un consulto con uno specialista, poi, è certamente importante stilare un programma per risolvere dolore e infiammazione tendinea e che può prevedere l’elettroterapia, includendo le terapie fisiche strumentali come ultrasuoni, diatermia, laser, ionoforesi. È sempre bene ricordare, come in tutte le situazioni post-infiammatorie, l’importanza di associare una buona riprogrammazione muscolare con esercizi mirati graduali (ad esempio lungo e frequente stretching dei muscoli sartorio, gracile e semitendinoso) che in tal caso avranno il focus di diminuire la tensione del tendine.