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Epitrocleite

Domanda:

Ultimamente provo dolore al gomito in seguito a piccoli sforzi. Potrebbe trattarsi di epitrocleite?

Risposta:

Oggi vogliamo parlare del gomito, l’articolazione del nostro corpo ben nota a tutti perché mette in comunicazione il braccio con l’avambraccio, e che per la superficialità dei reperii ossei, muscolari e tendinei che la compongono si può vedere e palpare facilmente.

epitrocleite

Il gomito è anche ben noto nel campo della fisioterapia, questo perché a causa della sua particolare meccanica articolare tende ad essere una delle articolazioni più complesse da trattare, e fra le patologie del gomito che i fisioterapisti si trovano a combattere ogni giorno, c’è sicuramente l’epitrocleite, comunemente nota con l’impropria espressione “gomito del golfista”, impropria secondo noi visto che non sono solo i golfisti a soffrirne, bensì chiunque esegua ripetutamente dei movimenti di flessione del braccio e rotazione del polso, dai manovali agli operai, i muratori, ma anche impiegati d’ufficio che lavorano muovendo il mouse ininterrottamente. Ma cosa è precisamente e perché si inizia a soffrire di epitrocleite?

La risposta a queste domande concatenate è che si tratta di una tendinopatia inserzionale, ossia una condizione infiammatoria del tendine che si verifica in corrispondenza della sua sede di inserzione, che nel caso dei tendini dei muscoli epitrocleari è l’epitroclea dell’omero. In tutti gli impieghi/hobby prima citati, proprio i muscoli epitrocleari sono estremamente sollecitati, ecco il motivo per cui hanno maggiore possibilità di andare incontro a patologie da sovraccarico funzionale. Il sintomo principale che ci avverte della condizione problematica è ovviamente il forte dolore, a volte unito al calore e rossore della zona interessata: inizialmente il dolore è localizzato nella parte interna del gomito, in prossimità dell’epitroclea, e si avverte durante lo sforzo oppure subito dopo, soprattutto quando si compiono movimenti che prevedono la flessione del polso, delle dita, la supinazione dell’avambraccio (diventa doloroso, per esempio, ruotare una maniglia o stringere la mano).

La diagnosi di questa patologia è nella maggior parte dei casi clinica, in quanto è sufficiente una visita dal medico che facilmente potrà comprendere la casistica a partire dalla localizzazione del dolore tramite la palpazione dell’epitroclea, eseguita sul gomito piegato a 90 gradi. Un altro segno quasi certo è il dolore provocato nei muscoli epitrocleari quando si chiede una flessione contrastata del polso a dita flesse e l’estensione contrastata delle dita, soprattutto delle ultime dita (anulare e mignolo).

Guarire da questa fastidiosa patologia è certamente possibile, occorre però, soprattutto nel corso della prima fase acuta, sospendere le attività che contribuiscono a infiammare la zona colpita ed è utile applicare ghiaccio per 3 volte al giorno, assieme all’utilizzo di un tutore di controforza che serve a esercitare un effetto compressivo che lenisce il dolore. Queste azioni sono fondamentali per ridurre la fase cronica. Come successivo step, è necessaria una valutazione fisioterapica della condizione del soggetto, in modo da poter stilare un programma riabilitativo ad hoc sulla persona: le terapie fisiche a cui si può ricorrere sono molteplici, a partire dalla laserterapia antinfiammatoria, la tecarterapia, l’ultrasuonoterapia, le terapie manuali che riducono le tensioni fasciali dell’avambraccio. Oltre a ciò, possono essere insegnati dei semplici ma importanti esercizi da fare in autonomia a casa che permetteranno di prevenire ulteriori future infiammazioni.